Torino nella cappa dello smog: “Non aprite porte e finestre”
100 mila veicoli: quelli di categoria Euro 3 ed Euro 4 fermi da mercoledì
Non aprite quella porta. Al nono giorno consecutivo di polveri sottili oltre i limiti, con valori di Pm10 che continuano a crescere, e senza alcun miglioramento all’orizzonte, il Comune di Torino ha steso sulla città un clima da apocalisse: conviene restare in casa, evitare di aprire porte e finestre, guai a fare sport all’aperto e se proprio uno si deve muovere meglio non farlo a piedi o in bicicletta. A chi volesse seguire alla lettera queste indicazioni, e avesse assoluta necessità di spostarsi, non restano molte opzioni: i mezzi pubblici o l’auto. Un controsenso, dato che da mercoledì per oltre 100 mila veicoli di categoria Euro 3 ed Euro 4, alimentati a gasolio, è vietato circolare. E da domani, sabato 20 ottobre, quasi sicuramente, se ne aggiungeranno altri 80 mila, gli Euro 5 diesel che resteranno nei garage.
A queste misure contro i veicoli più inquinanti, che hanno spinto la Regione a polemizzare («fare i primi della classe crea solo confusione», dice Alberto Valmaggia, assessore all’Ambiente nella giunta Chiamparino), ieri si è aggiunto il decalogo che per gli esperti non servirà a nulla anche perché stare all’aria aperta è pericoloso con alti livelli di ozono, uno dei pochi guai che il cielo di Torino non ha. Eppure il Comune insiste: evitare attività fisica intensa e prolungate all’aperto e - in particolare anziani, bambini e persone con disturbi cardiorespiratori - rimanere il più possibile in ambienti chiusi, evitando anche di aprire porte e finestre. Infine, se ci si deve muovere a piedi o in bicicletta, fare tragitti brevi muovendosi lontano dalle vie più trafficate.
«Sappiamo che le misure restrittive adottate in questi giorni provocano qualche disagio, ma rispondono in primo luogo alla necessità di tutelare la salute di tutti», spiega l’assessore all’Ambiente Alberto Unia. Per ora, come sempre avvenuto, le misure non si sono dimostrate efficaci: giovedì il traffico, durante le undici ore di blocco ai diesel più inquinanti, si è ridotto del 15%, ma le polveri sottili sono aumentate: da 84 a 114 microgrammi al metro cubo. Per chi contesta la visione «integralista» dei Cinquestelle è la conferma che la crociata contro le auto è inutile e crea solo disagi.
Appendino tira dritto: «Stiamo vivendo una emergenza, ma nessuno se ne accorge, perché l’inquinamento, a differenza di altri fenomeni, non si vede, non si tocca. Ma c’è, e mette a rischio la salute dei cittadini». In Comune spiegano che gli allarmi sono il frutto di circostanze anomale: raramente si era visto un mese di ottobre così critico: la media di Pm10 dall’inizio del mese è di 53 microgrammi al metro cubo; l’anno scorso, nello stesso periodo, era 37.
Giovedì le centraline dell’Arpa hanno registrato un valore altissimo, per questa stagione: 114 microgrammi. Di solito picchi di questo genere si raggiungono nei due mesi davvero critici, dicembre e gennaio. Si spiega (anche) così la scelta dell’amministrazione di alzare il livello di attenzione: nei giorni scorsi ha anticipato di due settimane l’entrata in vigore delle misure antismog concordate da Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Quindi, unica città in Italia, le ha inasprite, e non poco: solo Torino prevede la possibilità di bloccare i diesel Euro 5, dopo dieci giorni di Pm10 oltre i limiti, e di fermare tutti i veicoli di qualunque categoria, dopo venti giorni.