Così Umberto Bossi ha spostato per anni i fondi dalla Lega Nord alla sua famiglia
Umberto Bossi non solo sapeva, ma ha gestito secondo i giudici in prima persona la distrazione dei fondi leghisti, che si è protratta per anni nel partito. Lo scrive il tribunale di Genova, che nelle ultime ore ha depositato le motivazioni delle condanne scattate nei mesi scorsi per lui e per l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito (oltre che degli ex revisori dei conti) per la maxi-truffa al Parlamento su 48 milioni di rimborsi pubblici ottenuti fra 2008 e 2011.
«Sia Belsito che Bossi – scrivono quindi i magistrati - erano consapevoli delle irregolarità dei rendiconti da loro sottoscritti e che dissimulavano le irregolarità di gestione e i fatti di appropriazione descritti. Ciò vale, ovviamente per Belsito artefice materiale delle appropriazioni, a favore proprio o di terzi e responsabile anche attraverso indicazioni carenti o non veritiere alle addette alla segreteria amministrativa delle false e/o ingiustificate annotazioni contabili… Ma vale anche per Umberto Bossi, considerando che la irregolare gestione contabile si protraeva da anni; che egli, suoi familiari e persone del suo entourage erano i benefìciari delle spese, anche ingenti, a fini privati; che i rimborsi mensili forfettari ed in “nero”, anche per attività inesistenti e comunque non documentate - che inficiavano la regolarità della gestione contabile e dei rendiconti - erano erogati anche a favore di suoi stretti congiunti e collaboratori; che tali prassi era in atto fin dai tempi del tesoriere Balocchi; che per ragioni di carica aveva certamente contatti continui con Belsito; che non vi era alcuna logica ragione, per lo stesso Belsito o per altri appartenenti alla Lega, di effettuare spese ed erogazioni a favore di Umberto Bossi e dei suoi familiari ad insaputa dello stesso Bossi Umberto. La consapevolezza di Umberto Bossi- e quindi la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato- emerge inoltre dal contenuto delle telefonate… nelle quali si fa espresso riferimento non solo alla consapevolezza, ma alla espressa indicazione del Segretario federale alle distrazioni a favore suo e dei familiari».