Sei italiani su dieci bocciano il Rosatellum

Il Barometro: la legge elettorale non convince. Testa a testa tra Pd e M5S per le elezioni
ANSA

Maria Elena Boschi tra i banchi del governo a Montecitorio durante le dichiarazioni di voto finale sulla legge elettorale - Roma, 12 ottobre 2017. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI


Pubblicato il 19/10/2017
Ultima modifica il 18/10/2017 alle ore 21:27

Come ogni mese abbiamo fatto il punto dell’Opinione Pubblica. Il nostro Barometro comincia con una domanda riguardante la nuova legge elettorale approvata in una settimana, cioè in un tempo molto ridotto, sia dalla Camera dei Deputati che dal Senato della Repubblica. 

 

La legge elettorale entrata in vigore ha un pregio inestimabile: fa sì che Camera e Senato abbiano pressoché la stessa possibilità di avere una maggioranza o di destra, o di centro, o di sinistra. Si tratta dunque di una legge che unifica i due rami del Parlamento (anche se ci sono differenze marginali, la sostanza è questa). 

 

Tuttavia l’Opinione Pubblica non si è accorta del grande pregio di questa legge, si è accorta invece dei suoi evidenti difetti, che cioè sarebbe stata generata da un accordo sottobanco da alcuni partiti che presumibilmente saranno i «figli favoriti» della legge stessa, e quindi non ha accettato questo tipo di messaggio, bocciandolo clamorosamente. 

 

 

Seguono le intenzioni di voto che risultano essere molto stabili nei confronti delle precedenti rilevazioni: il Pd conferma per un soffio la sua leadership. Anche il Movimento 5 Stelle si conferma partito di massa, a un soffio dai democratici. I 5 Stelle sono ben distribuiti nel corpo sociale e in tutto il territorio nazionale. Il centrodestra si dimostra tonico ed è vincente in termini numerici ma non in termini di seggi, date le attuali divisioni interne che probabilmente non colmeranno i buchi prima delle votazioni della prossima primavera.  

 

 

Per quanto riguarda i singoli protagonisti, cominciamo dai «due grandi» della vita pubblica nazionale: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Entrambi hanno perso qualche punto rispetto ai mesi passati e, in ogni caso, hanno entrambi mantenuto una posizione egregia. Entrambi distanziano significativamente tutti gli altri leader sia governativi, sia contrari al governo.  

 

Quanto agli altri leader c’è chi sale e c’è chi scende. Tra coloro che sono tonici ci sono Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi, mentre sono meno in forma Matteo Renzi, Beppe Grillo e Matteo Salvini. 

 

 

 

Quali tra questi leader potrebbero aspirare a essere Presidente del Consiglio? Nel centrodestra si fanno luce Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ma non sfigura Giorgia Meloni; nel centrosinistra sono ovviamente in rilievo Matteo Renzi e Paolo Gentiloni che lasciano un po’ in ombra la «seconda forza» dell’area rappresentata da Giuliano Pisapia. 

 

Sulla figura di Giuliano Pisapia abbiamo rivolto all’Opinione Pubblica una domanda in particolare riguardante la sua dichiarazione interpretabile come potenziale appoggio al Pd. Questa idea è stata interpretata dall’opinione di centrosinistra nel suo senso più vitale, cioè «noi del centro sinistra siamo un’unica forza quindi in qualche maniera dobbiamo aggregarci, pur mantenendo le rispettive identità».  

 

 

 

Un ultimo punto non descritto nell’esposizione numerica allegata riguarda cosa pensano i popoli della Lombardia e del Veneto sul loro prossimo referendum che concerne il miglioramento dell’autonomia delle due Regioni: su questi referendum, in cui saranno sperimentati nuovi sistemi elettronici di voto, il popolo del Veneto risulta essere più vicino di quello della Lombardia sia al concetto di autonomia, sia all’idea di partecipare direttamente al referendum di domenica. Quindi andrà a votare percentualmente più il Veneto che la Lombardia. Quanto ai “sì” dati nel Veneto, questi saranno superiori in percentuale ai “sì” dati dai Lombardi. Ovviamente si tratta di informazioni in fase di costruzione e quindi discutibili solo e soltanto dopo il voto. 

 

 

Il sondaggio qui presentato è stato eseguito da Istituto Piepoli il 16 ottobre 2017 per La Stampa con metodologia mista CATI - CAWI, su un campione di 500 casi, rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Il documento della ricerca è pubblicato sul sito www.agcom.it e/o www.sondaggipoliticoelettorali.it.  

 

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