Il buono, il brutto e il cattivo di Twitter
La settimana scorsa, l’attrice Rose McGowan è stata sospesa da Twitter per 12 ore dopo una serie di tweet in cui accusava il produttore di Hollywood Harvey Weinstein di averla violentata. Quando ha detto di essere stata ridotta al silenzio, Twitter ha replicato che il suo account era stato sospeso perché uno dei suoi tweet includeva un numero di telefono privato, il che è contro le regole del social network. Questa spiegazione non ha però convinto tutti, e ha sollevato molti interrogativi sulla tempistica con cui è stata presa. Il Ceo Jack Dorsey ha usato Twitter per ammettere che la piattaforma “ha bisogno lavorare di più per dimostrare che non stiamo applicando le regole a nostra discrezione”.
We've identified gaps here too. Consistent interpretation and enforcement of our rules is our objective. We also need to remove the burden of reporting from those who are targeted. We've prioritized the work. https://t.co/n8WGqqyRaJ
— jack (@jack) 18 ottobre 2017
Non è la prima volta che Twitter è sotto accusa, non tanto per mancanza di chiarezza su ciò che costituisce una violazione del codice di condotta, quanto per mancanza di coerenza su come tali violazioni vengono affrontate quando sono segnalate. Nell’ultimo anno, con l’aumentare delle molestie, Twitter ha implementato una serie di misure, come la capacità di silenziare una conversazione o un utente, che sembravano volte più a nascondere il problema che affrontarlo. Solo perché non si vedono più abusi e molestie, non significa che siano scomparsi. Ancora più importante è il fatto che gli utenti che molestano e abusano sentono che il loro comportamento rimane impunito.
Wired ha pubblicato di recente una mail interna di Twitter che delinea le nuove regole cui Dorsey sta lavorando, ma preferisco attendere una comunicazione ufficiale prima di commentare.
Coinvolgimento nei social media
Ero un’utente di Twitter poco convinta. Ho iniziato a utilizzare la piattaforma per lavoro nel 2009 ma non l’ho fatto in modo coerente fino al 2013, quando ho cambiato impiego. Twitter è diventato rapidamente uno strumento utile per tenere il passo con le notizie. La mia esperienza iniziale di networking passivo si è trasformata in un’esperienza coinvolgente, quando sono riuscito ad apprezzare la possibilità di condividere i miei pensieri sul mondo della tecnologia e di confrontarmi attivamente con i colleghi. Col tempo, ho stabilito alcune regole per l’uso della piattaforma:
Non dire nulla di cui possa pentirmi se fosse usato come citazione o pubblicato su organi di stampa
Mantenerlo abbastanza pulito
Nessuna religione
Nessuna politica
Semplice, no? Otto anni dopo, sono orgogliosa di poter dire che, ad eccezione dell’ ultima regola, sono stata abbastanza diligente. Sono certa però che, data l’attuale situazione di tutti i Paesi dove ho vissuto, tacere anziché infrangere la mia regola sulla politica sarebbe stato il vero crimine!
In un recente rapporto pubblicato da GWI, ho scoperto che non ero sola nella mia dipendenza da Twitter per le notizie. Twitter viene usato soprattutto per le news (57%), poi per mettere Like a tweet (40%) e vedere video (34%) Le azioni dirette, come twittare una foto o un commento, rappresentano rispettivamente solo il 23% e il 22% delle attività.
L’engagement su Twitter è in calo dal 2013 (-5%), un problema che l’azienda sta cercando di affrontare senza molto successo. Detto questo, l’engagement su Facebook nello stesso periodo è diminuito ancora più rapidamente (-16%) in quanto i consumatori sembrano orientarsi verso piattaforme più focalizzate su video e immagini come YouTube e Instagram, in crescita rispettivamente del 2% e del 14%.
Sarebbe troppo facile attribuire la colpa del minore engagement alle sole molestie, ma sono certa che tutti siano d’accordo sul fatto che le molestie rendono Twitter meno attraente come piattaforma. Molte celebrità hanno trovato Twitter troppo brutta, e l’hanno abbandonata, come Kanye West, Lindsay Lohan, Emma Stone e Louis C. K. o ha preso una pausa per poi tornare, come Leslie Jones, Justin Bieber e Sam Smith. Per ora, il ritorno dell’investimento di tempo ed energie è ancora positivo. Ma fino a quando?
Disastri, emergenze e Hashtag: il meglio di Twitter
Negli ultimi mesi abbiamo avuto disastri ed emergenze sia negli Stati Uniti che a livello internazionale. È in quei momenti difficili che tendo a vedere il meglio di Twitter. Dalle notizie più recenti che permettono alle persone di tenersi aggiornate su una situazione in rapida evoluzione, alle persone che si riuniscono per aiutarsi reciprocamente con parole e atti concreti.
Ma anche in quei bei momenti, i troll si insinuano nella conversazione per respingere, offendere o sabotare lo sforzo. Dopo l’incidente di Rose McGowan, sono emersi due hashtag che hanno portato l’attenzione sulle molestie sulla piattaforma e sulle molestie sessuali in generale. Venerdì 13, un #WomenBoycottTwitter ha iniziato a invitare le donne a tenersi lontane dalla piattaforma social per un giorno. Molti utenti, comprese le celebrità, hanno aderito. Non tutti, tuttavia, concordano sul fatto che il silenzio sia la tattica migliore, e io per prima ho deciso di non tacere e ho continuato su Twitter per condannare gli abusi e fare quello che faccio ogni giorno: parlare di tecnologia. Mi sono sentita a disagio a rimanere in silenzio in un momento in cui molte donne hanno il coraggio di esprimersi contro gli abusi. Inoltre, quando si tratta di Twitter conta solo chi c’è, non chi non c’è. In altre parole, non noterete chi non twitta. Alcuni si sono sentiti a disagio anche per il fatto che il clamore contro gli abusi era limitato alle donne bianche, quando le minoranze e la comunità LGBT sono state attaccate per molto tempo su Twitter.
L’intento originale era chiaro e merita il massimo rispetto, ma l’esecuzione non è stata all’altezza. Così domenica sera, Alyssa Milano ha incoraggiato la gente a rispondere “anch’io” al suo tweet dove raccontava di essere stata vittima di molestie sessuali per dimostrare quanto il problema sia comune. È nato un nuovo meme: #MeToo. Lo hanno usato donne, uomini, etero e gay in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Italia e anche nella più conservatrice Francia. La conversazione non si è limitata a Twitter, ma si è spostata anche su Facebook coinvolgendo più di 4,7 milioni di persone.
#MeToo has made a strong impact - More than half of U.S. women have experienced unwanted sexual advances from men. https://t.co/H5YrsIc0Zs pic.twitter.com/mJKEiz3rZZ
— ABC7 Eyewitness News (@ABC7) 17 ottobre 2017
Twitter è riuscito a dare una voce a così tante persone affermando chiaramente che le molestie sessuali non sono solo un problema di Hollywood o dell’industria hi tech, ma che hanno un impatto sugli individui di tutto il mondo. Anche in questo, però, sono emersi alcuni suoi grandi difetti. Basta dare un’occhiata ad alcune delle risposte postate ai commenti di donne più famose come l’attrice italiana Asia Argento, per avere subito un’idea di quanto uomini e donne possano essere cattivi quando sanno di potersi nascondere dietro un account Twitter.
Molto spesso viviamo nella nostra bolla di persone che seguiamo perché le rispettiamo, condividiamo le loro opinioni o siamo interessati a ciò che fanno o dicono. Senza saperlo, ci stiamo proteggendo da tutte quelli che non condividono le nostre opinioni, i nostri valori, le cose in cui crediamo. E non sto parlando qui di quale smartphone si preferisce, ma di cose importanti, come la politica, la religione, l’orientamento sessuale.
A volte la bolla scoppia per un troll o perché qualcuno attacca i nostri punti di vista. Altre volte siamo fortunati, e non vediamo mai il lato oscuro di Twitter. Ciò non significa che non esista. Le nuove regole rese note da Wired sembrano aggiungere più rigore. E tuttavia bisogna essere certi che vengano rispettate: solo questo farà la differenza.