Seat Arona, la prova - Il Suv a misura di Barcellona

Sviluppato in Spagna con tecnologia Volkswagen, ha una buona tenuta di strada e si può personalizzare con molte combinazioni di colore


Pubblicato il 19/10/2017
Ultima modifica il 20/10/2017 alle ore 09:56

“La Seat Arona è la sorella piccola all’interno della famiglia dei Suv Seat e il modello che ci permetterà di fare un importante salto in avanti dal punto di vista della nostra presenza sul mercato europeo”: parole di Luca de Meo, numero uno della casa iberica. In effetti la Seat Arona arriva in un momento in cui il mercato delle Sport Utility di taglia compatta va a gonfissime vele: infatti il segmento dei crossover “cittadini” registra volumi di vendita quadruplicati rispetto a quelli del 2015. La Arona poi è il quarto nuovo modello Seat lanciato nei principali segmenti di mercato negli ultimi 18 mesi. Il prossimo anno invece arriverà il Suv di segmento superiore a 7 posti, completando un’offerta in cui figura già la Ateca, di dimensioni medie. 

 

La stazza della Arona è a prova di ingorgo urbano: è lunga 4,13 metri, pressappoco come le principali concorrenti, che sono Peugeot 2008, la Opel Crossland X e la Renault Captur. La ricetta ha tutti gli ingredienti per piacere al pubblico: posizione di guida rialzata, interni spaziosi – anche se dietro chi viaggia in mezzo non sta comodissimo – e a un ampio bagagliaio, con la volumetria di base fissata a 400 litri (ai vertici del segmento, aumenta abbattendo gli schienali del divanetto). Mentre il tocco glamour è assicurato dalle 68 combinazioni cromatiche disponibili a catalogo. Credenziali importanti per un progetto sviluppato al 100% a Barcellona ma che sfrutta tecnologia tedesca, quella della piattaforma modulare MQB A0 del gruppo Volkswagen (usata anche per la nuova Ibiza). 

 

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La dotazione tecnologica di sicurezza è curata: di serie ci sono Front Assist, Hill Hold Control, sistema di rilevamento della stanchezza del conducente, sensori pioggia e luci e il dispositivo di frenata anticollisione multipla (Multi Collision Brake). A richiesta si possono aggiungere il Rear Traffic Alert (che monitora il traffico nell’area circostante la coda quando si procede in retromarcia), il monitoraggio dell’angolo morto del retrovisore laterale “Blind Spot Detection” – con il suo sistema di assistenza al parcheggio che funziona sia per i parcheggi paralleli, sia trasversali al senso di marcia – fari full-Led e il regolatore automatico della distanza (ACC) con funzionalità Stop & Go. 

 

Esteticamente la Arona è più compatta e “passionale” rispetto alla cugina Volkswagen T-Roc e il suo abitacolo è arioso grazie all’ampia superfice vetrata che assicura una visibilità più che buona. La retrocamera e i sensori di parcheggio aiutano parecchio a fare manovra vista la conformazione spessa e modaiola del montante posteriore. La qualità realizzativa di materiali e assemblaggi è discreta: le plastiche sono rigide ma robuste e trasmettono un senso di “ben fatto”, pur con dei pannelli portiera un po’ “plasticosi”. 

 

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Bello lo schermo tattile da 8” dell’infotainment, incorniciato da un elegante pannello nero: il sistema ha una grafica chiara e brillante e il funzionamento è piuttosto intuitivo. Dal 2018 poi la Arona sarà disponibile anche con la strumentazione digitale che permetterà di visualizzare nel cruscotto le indicazioni di GPS e gli altri dati di marcia. Non mancano il caricabatteria wireless per smartphone, che si può connettere all’auto tramite Apple Car Play, Android Auto e Mirror Link. L’anno prossimo verrà integrato anche il servizio vocale interattivo Amazon Alexa.  

 

Nonostante l’impostazione da auto di famiglia, uno dei punti forti della Arona è la sua guidabilità: lo sterzo con servoassistenza elettrica risulta pronto e progressivo e nella modalità di guida più sportiva si caratterizza per un carico volante consistente. Di contro il pedale del freno sulla versione 1.6 TDI da 115 Cv è fin troppo reattivo (specie per il tipo di prodotto) già dai primi millimetri di corsa: ci vuole un po’ per “prenderci il piede”. Soddisfacente la manovrabilità del cambio manuale a 6 rapporti, con una spaziatura dei rapporti non cortissima ma innesti piacevolmente contrastati (per alcune versioni c’è anche l’automatico doppia frizione in opzione). 

 

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Il telaio è perfetto: la Arona ha una tenuta di strada invidiabile e rimane sempre estremamente composta nelle reazioni. L’assetto è ben calibrato, con poco rollio (dato importante vista l’altezza da terra di 19 cm e il baricentro altino), anche se l’auto beccheggia un po’ nelle staccate più decise. L’assorbimento è tendenzialmente discreto pure se talvolta risulta secco sui dossi e sulle asperità più marcate. La dinamica di marcia trova buoni alleati nella leggerezza complessiva della vettura, nel passo relativamente corto e nel differenziale elettronico XDS (di serie per i motori con più di 100 Cv) che aiuta a evitare i pattinamenti nelle curve più strette affrontate a tutto gas. Promossa la taratura dell’Esp, che interviene in maniera progressiva e poco invasiva.  

 

Ad essere pigro semmai è il turbodiesel: la coppia motrice è generosa ma il propulsore non è un fulmine e soffre di un certo ritardo di risposta al comando del gas; le sue doti migliori sono la progressività, la silenziosità di marcia e i consumi ridotti (durante il test la media è stata di circa 6 litri/100 km guidando molto allegramente). Più piacevole il 3 cilindri turbo da 1 litri e 95 Cv, che peraltro presenta una migliore risposta del freno: nonostante cubatura e potenza ridotta risulta più allegro del TDI nel prendere giri ed è abbastanza parco nei consumi, non troppo distanti da quelli del turbodiesel: siamo sui 7 litri/100 km guidando senza troppe accortezze per il portafoglio. E per chi cerca di più c’è la versione da 115 Cv o lo sportivo 1.5 TSI da 150 Cv, una piccola bomba. 

 

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Naturalmente non mancano i nei: la Arona non si può avere con la trazione integrale (riservata alla cugina T-Roc); tuttavia il tunnel centrale di trasmissione si prolunga fin nella parte posteriore dell’abitacolo, rubando spazio per le gambe di chi siede al centro del divanetto. Manca l’ibrido, atteso in Seat nel 2019: chi cerca alimentazioni alternative deve quindi ripiegare sul 3 cilindri turbo da 1 litro e 90 Cv alimentato a metano. In Italia questa urban-Suv sarà inizialmente disponibile negli allestimenti Reference, Style, ed Xcellence. In seguito arriverà il più sportivo “FR”. Il listino parte da 16.950 euro per la versione a benzina da 95 Cv con l’allestimenti più democratico, ma in fase di lancio il prezzo promo sarà di 14.500 euro. 

 

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Seat Arona – La scheda  

 

Che cos’è: è il primo urban-suv di Seat e del gruppo Volkswagen. Cugina di primo grado della VW T-Roc, darà una spinta decisiva alle vendite Seat: potrebbe diventare quella più richiesta della gamma. 

Principali concorrenti: Peugeot 2008, la Opel Crossland X e la Renault Captur 

Dimensioni: lunghezza 4,13 metri, larghezza 1,78 metri, altezza 1,54 metri 

Massa: da 1.165 a 1.320 kg 

Motori benzina:  

tre cilindri 1.0 TSI 95 CV con un cambio manuale a cinque rapporti; 

tre cilindri 1.0 TSI 115 CV con un cambio manuale a sei rapporti o cambio automatico DSG con doppia frizione a sette rapporti 

quattro cilindri 1.5 TSI 150 CV con cambio manuale a sei rapporti 

Motori diesel:  

quattro cilindri 1.6 TDI da 95 CV con cambio manuale a cinque rapporti o cambio automatico DSG con doppia frizione a sette rapporti 

quattro cilindri 1.6 TDI da 115 CV con cambio manuale a sei rapporti o cambio automatico DSG con doppia frizione a sette rapporti 

Motori a metano:  

tre cilindri 1.0 TSI 90 CV con un cambio manuale a cinque rapporti 

Trazione: anteriore (l’integrale non è disponibile) 

Pregi: consumi ridotti, piacere di guida, qualità costruttiva, spaziosità interna 

Difetti: non si può avere 4×4, motore turbodiesel pigro 

Produzione: Martorell, Spagna 

Prezzi: da 16.950 euro, che diventano 14.500 euro nella fase di lancio. 

 

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